martedì 12 settembre 2017

Il Moscone e la Zanzara

No, non è una favola inedita di Esopo.
No, se cerchi il lieto fine non leggere questo post.
Sì, è una triste storia di vita quotidiana.
Un pomeriggio di inizio settembre, c'era una volta una mamma che, comodamente adagiata sul lettone, allattava il suo bambino.
Il tenero cucciolo scivolava dolcemente tra le braccia di Morfeo, la mamma lo ammirava innamorata e già pregustava le 2 ore successive : lunghi minuti in cui si sarebbe concessa di stare sul water più a lungo del tempo della solita "prestosubitosubitomammaèquifacciosololapipì÷%€£$&@₩ttana $#ccaneavevoancoravabèallaprossima".
Desiderati minuti in cui avrebbe finalmente lavato i piatti della sera prima e liberato dalle briciole, piegato e sistemato nel cassetto quel mucchietto informe di tessuto altrimenti detto tovaglia accartocciato e gettato sul tavolo senza pietà alcuna.
Anelati minuti in cui, addirittura, sarebbe riuscita a stendere il contenuto della lavatrice, prima di sentire quell'inconfondibile odore di muschio e pioggia tra i panni...un sogno insomma!
Poi arrivò lui, il moscone.
Con quel suo volo lento e rumoroso faceva larghi cerchi intorno alla testa dell'inconsapevole bambino, posandosi di tanto in tanto, ora sul gomito della mamma, poi sul ginocchio del cucciolo d'uomo che però, al contrario della madre, notevolmente infastidita, non se ne curava e continuava a tittare e dormicchiare.
La giovinetta, nonostante l'antipatico solletico provocato dal moscone, guardava ottimista al futuro!
Poi arrivò l'altra: la zanzara!
La giovane madre non poteva crederci, si sentiva perseguitata, ma battagliera era pronta a proteggere la morbida e succulenta carne del figlio...cercando anche di non disturbarne il sonno.
Iniziò così una lotta all'ultimo becco, le punture si accumulavano sulla pelle della donna che, però, fiera era riuscita a salvaguardare il figlioletto...tanto da riuscire, dopo una lotta che nemmeno il ballo del qua qua...ad adagiarlo nella cullina.
Uno sguardo orgoglioso al bimbo, quindi si incamminò verso la porta della camera...verso le sognate ore di libertà casalinga...
Pochi passi e...aaaaaaaa Uè Uè ueeeeeeeee!
Maledetta zanzara.

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